Cha no yu

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Timetravel-2
view post Posted on 26/9/2010, 17:10




Cerimonia del Thè
THÈ: ORIGINI E TRADIZIONI ETICHETTA E FILOSOFIA
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Supponiamo che, trovandosi in Giappone, voi facciate visita ad un amico. Il modo di accogliere un invitato è diverso a seconda dei paesi: in Giappone, l'etichetta impone all'ospite di offrire del thè a colui che gli fa visita. E per questo che, a casa del vostro amico giapponese, voi riceverete una tazza di thè: Bancha (thè tostato), Sencha (thè in infusione) e soprattutto Macha, thè verde muschioso che si serve in una tazza di dimensioni particolari. Non si potrebbe concepire la vita sociale giapponese senza il thè. Questa bevanda occupa un posto così importante nell'esistenza dei giapponesi che il notare «in questa casa non si offre nemmeno una tazza di Bancha» equivale ad affermare che il padrone di casa ignora le più elementari regole dell'educazione.
È importante che lo straniero comprenda che esiste un certo modo di bere il thè, sia esso Sencha o Macha (nondimeno, ci occuperemo qui soltanto del Macha, che viene utilizzato nella cerimonia del thè). Come regola generale, bere del thè significa semplicemente vuotare il contenuto della tazza posta davanti a sé. Ma quando si tratta del Macha le cose non sono più così semplici: esiste una serie di riti che devono essere scrupolosamente osservati e per i quali è necessario un certo tirocinio. Questo può spiegare perché un numero sempre crescente di allievi, in Giappone ed altrove, desidera essere iniziato all'etichetta che l'arte di bere il thè esige. RIKYU, il fondatore della cerimonia del thè, afferma: «Il thè basta a soddisfare la sete»; ma soddisfare la sete, bere il thè, non significa solo bere. Fare il thè significa sapere tutte le cose, avere una profonda personalità. La mancanza di volontà rende inutile la cerimonia del thè. Ognuno, anche da solo, avendo una profonda cultura ed attraverso la pratica dello Zen, essendo al centro del suo universo, può fare il thè e berlo senza pensiero, come annullandosi. Quando si fa il thè così, perfino ogni più lieve movimento dei partecipanti alla cerimonia armonizza con l'universo, e una piccola sala da thè diventa un universo.
Si può dire che la cerimonia del thè è uno spazio, un universo spirituale ed artistico, realizzato dal padrone di casa e dai suoi ospiti. Ognuno sente il pensiero degli altri senza parole, ognuno rispetta l'altro, si preoccupa degli altri. Ognuno ringrazia il pensiero inespresso degli altri senza parlare. Ognuno deve conoscere tutte le cose, ma deve sentirsi libero da ogni cosa, e ognuno deve avere personalità, ma non deve manifestare sé stesso. Durante la cerimonia del thè si può dire che il padrone e i suoi ospiti creino, tutti insieme, uno spazio elegante. Bere il thè non è solo una pratica spirituale fondata dallo Zen, ma anche una pratica sentimentale della bellezza, ed un mezzo per preoccuparsi degli altri. Tutto ciò esprime il pensiero orientale. In Occidente, Dio e l'uomo, l'uomo e la natura, l'uomo e l'uomo sono considerati opposti. Ma in Giappone possono stare insieme. Per esempio si dice che Budda prima di diventare Dio era soltanto un uomo, e, tutti gli uomini, gli animali e le piante - tutto ciò che ha vita - hanno il carattere di Budda; l'uomo e la natura non sono antagonisti, l'uomo può giungere ad essere un universo affondandosi nella natura. Ognuno non magnifica sé stesso, ma rispetta gli altri, e cerca di far vivere sé stesso negli altri. Rikyu espresse questo significato in queste quattro parole: WA (armonia), KEI (rispetto), SEI (purezza), JAKU (tranquillità). Se qualcuno di questi quattro stati dello spirito viene a mancare, la cerimonia deve essere considerata fallita nel suo scopo.
WA
L'armonia consiste nell'Armonia tra gli ospiti, e degli ospiti con il suono dell'acqua che stilla, col mormorio del vento che soffia tra gli alberi di pino, con il bollire del bricco: armonia nella visione della semplicità e dell'ordine, il tocco del vasellame, il sapore del thé.
KEI
Il rispetto consiste nel rispetto reciproco tra gli invitati, e degli invitati verso il padrone di casa (tutti sono uguali nella sala da thè), rispetto per il Maestro del thè -RIKYU- e per l'autore del dipinto appeso nel TOKONOMA, rispetto per i fiori che stanno lì in tutta la loro semplicità e perfezione, per tutto ciò che esiste.
SEI
La purezza consiste nella purezza del corpo; nelle cose intorno a noi, ma soprattutto nella mente. Quando c'è qualche sentimento di competizione, di inimicizia verso la natura, di desiderio di «usare» le cose invece di lasciare che esse «siano», quando si «vuole» qualche cosa, allora la purezza non esiste più.
JAKU
La tranquillità, che è la più importante, consiste nella calma e nella serenità dell'animo. Per raggiungere la tranquillità, bisogna separarsi da tutti i pensieri e da tutte le preoccupazioni quotidiane, ed essere in perfetto accordo con l'immensità dell'universo. Questa condizione, però, non va intesa come uno stato ozioso, bensì come una concentrazione dello spirito, non trascurando tutto ciò che accade intorno a noi. In altre parole, bisognerebbe essere calmi come la superfice dell'acqua, altrimenti la riflessione diviene impossibile.
Questi quattro elementi sono i fondamenti della filosofia orientale, e la bellezza è prodotta dal fortunato incontro di questa filosofia con il modo naturale di vita. La filosofia di cui parliamo è lo Zen. Il Buddismo Mahayana nella vita giornaliera. Un uomo colto deve «mostrare la propria cultura» quando è colto da un improvviso scroscio di pioggia mentre si trova senza ombrello, quando è deriso dai suoi avversari, quando la sua vita è minacciata. In questo stesso momento, nella sua azione e nel suo stato mentale non deve esserci acquazzone né avversario, né egli deve considerare il pericolo in cui si trova la sua vita. Lo Zen è sicuramente pratico, ma, d'altro lato, esso è selvaggiamente idealistico e separazionale.
Cha-no-yu, la cerimonia del thè, è il legame più stretto tra l'uomo e questa filosofia, essa equivale a mettere in pratica la dottrina del Buddismo Zen e perciò ad arricchire la nostra vita, elevandoci al disopra dei meschini faa" di questo mondo. Ma forse quesbo concetto può essere chiarito megho dal racconto che segue, di un piccolo incidente, capitato a Juko e ad un amico.
Nei «MONDO» (domanda e risposta, tipiche della filosofia Zen) di Juko, che era bravo maestro della cerimonia, leggiamo che Ikkyu, amico di Juko e celebre maestro di Zen, gli chiese un giorno quale fosse l'elemento essenziale nel suo bere il thè. Juko rispose che esso corrispondeva alla «Serenità nel bere il thè»; Ikkyu gli chiese allora se egli avrebbe avuto piacere di bere un po' di thè in quel momento. Portatagli una tazza, aspettò che Juko fosse sul punto di bere e poi lanciò il suo bastone su di essa, frantumandola. Juko, imperturbabile, rimase calmo e silenzioso, mostrando così la sua capacità di bere il thè anche senza thè, cioè di raggiungere la «Serenità di bere il thè». È questo ciò che noi intendiamo come mettere in pratica lo Zen nella nostra vita.

STORIA DEL THÈ
Il thè fu importato circa 1200 anni I fa dalla Cina da alcuni monaci buddisti, i quali seguivano la pratica cinese di bere il thè. Questa pratica in Giappone fu tramandata dai nobili come un giuoco, mentre fra i monaci assunse le forme di una cerimonia dedicata a Budda. Il mondo di preparare il thè venne in seguito perfezionato in Giappone.
Verso il 1200 il giuoco del thè si diffondeva rapidamente non solo tra i nobili, ma anche nel popolo. Era un giuoco molto simile ad una scommessa, fissato da poche regole, in cui si dovevano indovinare i nomi e i gusti di diversi tipi di thè, e in sostanza conservava tutte le caratteristiche di un giuoco cinese. Circa 500 anni fa il giuoco del thè venne giapponesizzato e divenne una forma di elegante godimento, le cui maniere furono fissate da No-ami, artista eccellente del dipinto,e del poema del thè, che serviva lo Shógùh Yoshinori. In quel periodo di lotte continue, in cui il domani appariva incerto, il thè divenne anche una pratica spirituale, per merito soprattutto del maestro Murata Juko. Egli studiava lo Zen come allievo di Ikkyu, cui inoltre era legato da una grande amicizia. Juko attribuì al giuoco un significato particolare, che si può riassumere negli aforismi a lui attribuit: «Lo Zen e il thè sono la stessa cosa», e «Nella cerimonia del thè si può trovare il Budda».
Nel XVI secolo, durante il periodo di riunificazione del Giappone, Senno-oeki, meglio conosciuto col suo nome di corte, Rikyu, e considerato il vero fondatore della cerimonia del thè, ha composto le regole secondo le quali questa cerimonia si pratica ancora oggi. Per Rikyu il thè rappresentava una pratica verso il potere, e costituiva insieme il limite della bellezza e dell'eleganza. Nella sala da thè, infatti, la posizione sociale e la ricchezza perdevano tutta la loro importanza, mentre si dava valore al pensiero, alla conoscenza della cerimonia, all'ardore con cui vi si prendeva parte.
Quando il potere divenne stabile, la cerimonia perse naturalmente questa sua severità, e la posizione sociale riacquistò importanza, fino a che la cerimonia, svuotatasi di ogni suo motivo ideale di ribellione al potere e alle convenzioni sociali, divenne una elegante consuetudine rivolta a soddisfare il gusto estetico.
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view post Posted on 26/9/2010, 23:27

ddd

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Ho modificato il titolo della discussione [Shizentai Dojo --> dove lo Shizentai è la postura naturale (nel Judo ad esempio) e il Dojo è il luogo della via, quindi praticamente il significato é "Luogo dove si segue la via della corretta postura" , sarà il nome di qualche Dojo di arti marziali :D ) perché non corretto. Cha No Yu (Cha No Yu --> Letteralmente Cha (tè) no (per) Yu (acqua calda) significa "Acqua calda per il tè" , conosciuto da noi occidentali come "Il Rituale del tè") è il nome del rituale del té giapponese :) .
 
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view post Posted on 27/9/2010, 19:23
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O_O wooooow
 
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view post Posted on 27/9/2010, 19:44

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CITAZIONE (fanfma @ 27/9/2010, 20:23)
O_O wooooow

Riferito a cosa? :D
 
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view post Posted on 27/9/2010, 20:18
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a tutto nn ne sapevo niente XD adesso sò un'altra cosa sul giappone
 
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Timetravel-2
view post Posted on 28/9/2010, 07:37




:D Dà thanks per la correzione! ;)
 
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view post Posted on 28/9/2010, 12:40

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CITAZIONE (Timetravel-2 @ 28/9/2010, 08:37)
:D Dà thanks per la correzione! ;)

Di niente :)
 
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6 replies since 26/9/2010, 17:10   460 views
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